mercoledì 18 gennaio 2012

Un paese turbato


Le acque italiane cominciano a ribollire. Non tanto per il naufragio della nave Costa Crociera e del suo capitano grondante di self-control. Piuttosto per le prime conseguenze del rigore e dell'equilibrio che l'Europa (o Geuropa per i più maliziosi) ci sta chiedendo.
Da una parte abbiamo le liberalizzazioni che hanno mobilitato le forze più disparate: dai tassisti a Roma che hanno disertato persino la miniera d'oro di Fiumicino all'assalto della Bastiglia di via XX settembre (alias Ministero del Tesoro), fino alla minaccia dei benzinai di fermarsi addirittura una settimana.
Ben più seria la situazione in Sicilia, dove il movimento dei Forconi e quello della Forza d'Urto stanno paralizzando l'isola da diversi giorni e tengono sotto scacco il governo locale di Raffaele Lombardo. La protesta, che se la prende un po' con tutti, per alcuni ha il sapore dell'estremismo fascista come suggerirebbero i toni del tipo "morire come i francesi con il Vespro" o presunte intimidazioni a chi vuole rompere il blocco imposto agli esercizi commerciali. 
Non bisogna però leggere gli eventi in chiave esclusivamente politica. Questo genere di mobilitazione rappresenta anche il campanello d'allarme di un malessere per combattere il quale si arriva a tentare il tutto per tutto. Forse è ancora presto per indovinare gli sviluppi di quest'insolita sollevazione. Come pure l'eventualità che le varie categorie sul piede di guerra al di qua dello Stretto non si facciano stuzzicare dai Nuovi Vespri siciliani. I "Forconi" a Napoli o persino a Roma avrebbero senz'altro un effetto ben più catastrofico.

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