venerdì 6 luglio 2012

La lunga battaglia di Algeri


Ieri sono passati esattamente cinquant'anni dalla fine del dominio coloniale in Algeria, il fiore all'occhiello dell'impero d'oltremare francese e verso la fine anche parte integrante del suo territorio nazionale. Per capire questo profondo legame si pensi che la battaglia per l'indipendenza degli algerini ha lasciato scatenato una profondissima crisi politica a Parigi, spingendo il presidente francese De Gaulle a farla finta con il parlamentarismo della Quarta Repubblica per passare ad un sistema semi-presidenziale che molti hanno letto a lungo come una sbandata verso l'autoritarismo.
Ma la lotta per la libertà ha lasciato ferite profondissime anche all'interno. Dall'indipendenza alla fine degli anni ottanta l'Algeria è stata praticamente dominata da un sistema monopartitico di stampo socialista, messo in difficoltà solo dall'arrivo di un'enorme massa di giovani senza lavoro e prospettive. Il governo del Front de Libération Nationale (FLN) ha deciso allora d'indire libere elezioni, ma siccome il risultato non era soddisfacente sono intervenuti i militari che hanno annullato le libertà concesse al prezzo di una decennale guerra civile e l'imposizione di uno stato d'emergenza che è stato sospeso soltanto l'anno scorso durante la primavera araba.
Le proteste non avranno raggiunto i livelli di violenza dei paesi vicini, ma questo non significa che la situazione algerina sia effettivamente migliore. Le elezioni legislative avutesi a maggio ad esempio non hanno ancora formato un governo nonostante l'ampia maggioranza ottenuta dalla coalizione del FLN. Uno stallo politico che assieme al ruolo ancora forte dell'esercito, alla corruzione endemica ed allo sviluppo economico per i soliti noti non devono rendere queste celebrazioni particolarmente liete...



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