mercoledì 1 agosto 2012

Victoria II - Argentina

L'era della rivoluzione industriale porta con sé nuovi equilibri e nuove nazioni, tra cui le Americhe da poco indipendenti che godendo del loro relativo isolamento possono perseguire con tranquillità la loro scalata alla gloria mondiale. I migliori candidati al di fuori degli Stati Uniti sono il Messico, la Colombia, il Brasile e naturalmente l'Argentina, provando magari a ricostruire lo scomparso Vicereame del Rio de la Plata.


Allora come oggi l'economia non è un granché e prima di finire in pasto a qualche sfera d'influenza bisogna puntare su una rapida espansione militare. Le strade all'inizio non sono molte: c'è l'indifeso Uruguay e l'altrettanto debole Paraguay. Attenzione poi a non farsi strappare la Bolivia dal Brasile e Perù, soprattutto se capita un evento che ci offre la legittimità di reclamarne qualche pezzetto...


Una volta assorbiti questi tre paesi a parte il Brasile, che bisogna provvedere a mantenere amichevole, non c'è più molto da temere e possiamo mobilitare le nostre risorse per avviare una solida industrializzazione senza dimenticare che siamo abbastanza forti per aggiungere l'ultimo importante pezzo alla nuova Repubblica de Rio de la Plata: il Cile. 


Santiago non è un nemico da sottovalutare, in particolare nella prima delle tre guerre che serviranno ad annetterlo, quando dispone ancora di una potenza militare paragonabile alla nostra rendendolo inattaccabile nel caso fosse alleato con il Brasile (eventualità che è durata fino ad una rivoluzione interna di quest'ultimo che ha rotto ogni vecchio trattato). Raggiunta l'estensione territoriale del periodo coloniale e uno sviluppo che non ha rivali nel continente, l'Argentina è finalmente pronta a fare il suo ingresso nel novero delle grandi potenze. Con l'aiuto magari di una ventina di corazzate, tanto per far capire chi è che comanda nell'emisfero sud.


Purtroppo il mantenimento di una simile flotta risulterà fin troppo dispendioso e se non fosse stato per l'enormi ricchezze accumulate in anni di crescita avrei subito dichiarato bancarotta (cosa che succederà comunque, ma ben oltre il limite temporale del gioco). L'ultimo decennio ha regalato qualche ultima soddisfazione come l'entrata nella mia sfera d'influenza di buona parte del Sud America, Brasile in primis, e le prime timide aperture alla democrazia dopo quasi un secolo di dittatura presidenziale che non riuscivo ad alterare in nessun modo, neanche con il focus sulle regioni affinché sostenessero i partiti liberali.


La mappa sotto mostra la situazione del mondo nell'anno 1935. Tra gli eventi degni di nota la conquista ottomana del Nord Africa e l'ascesa di Cina e Corea a danno del Giappone, che ha almeno ottenuto il contentino del Congo. Di Germania o Italia invece neanche a parlarne.



Il risultato finale della campagna non mi dispiace. L'obiettivo era di ricostruire l'antico vicereame e di diventare una grande potenza. Avrei potuto strappare qualche territorio al Brasile, ma sono riuscito a strapparlo dall'abbraccio delle grandi potenze quando ormai la campagna era agli sgoccioli, il che non mi avrebbe dato il tempo di godermi le nuove conquiste. La maratona Paradox si avvicina alla sua conclusione e dell'ottimismo dell'era vittoriana non resta che un vago ricordo. Venti di guerra e di dittatura soffiano sempre più forti sull'Europa e sul globo intero...






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