mercoledì 3 ottobre 2012

Il misterioso Prometeo


Prometeo, grazie a Ridley Scott, è sulla cresta dell’onda proprio in questi giorni. Ma la figura mitica e mitologica da dove ha origine?

Dal punto di vista teatrale, il Prometeo che possiamo definire originale è quello della tragedia di Eschilo, il Prometeo incatenato, unica superstite di una trilogia comprendente anche il Prometeo liberato e il Prometeo portatore di fuoco.
È una tragedia difficile sia perché atipica, sia per le tematiche trattate, che per l’incerta datazione e per la mancanza delle altre due tragedie della trilogia, ma di questo ci sarà occasione di parlare. Adesso voglio raccontarvi dei misteri legati a questo testo, il primo dei quali è la mancanza delle altre due tragedie che componevano la trilogia originale.

Incerto è anche l’ordine di rappresentazione delle tre tragedie. Se il soggetto nel nostro Incatenato è la punizione per Prometeo, ladro di fuoco, possiamo verosimilmente immaginare che il Liberato fosse il seguito. In questa tragedia, infatti, doveva sopraggiungere Eracle, che libera Prometeo come anticipato nella profezia che fa ad Io nell’episodio precedente. I Greci amavano i continui rimandi a tragedie precedenti e future e il ruolo profetico legato a Prometeo di certo aiuta in questo. I nostri telefilm, prequel, sequel, spin off etc. di certo non sono invenzioni “nostre”! Il Portatore di fuoco potrebbe essere o la prima o la terza tragedia, avrebbe potuto quindi o raccontare il furto o l’istituzione delle feste ateniesi dedicate al Titano, in cui l’unione tra mito e polis rappresenta il rinnovato patto tra gli dei e gli uomini, invisi agli Dei perché appropriatesi del fuoco, teknè divina.

Incerta è anche l’attribuzione ad Eschilo, a maggior ragione che non conosciamo né la data, né le altre due tragedie della trilogia. Uno degli argomenti che fa propendere per non attribuirla ad Eschilo, è la rappresentazione anomala, per il tragediografo, di Zeus. Al contrario degli altri testi, infatti, Zeus non è il garante della Giustizia, ma un tiranno, il più lontano possibile da quest’ultima.
Va, però, sottolineato, che lo scontro tra divinità vecchie e nuove, rappresentate appunto dal padre degli dei, non è un concetto estraneo alla mentalità di Eschilo, così come non lo è lo scontro tra personaggi orgogliosi e rigidi, quali quelli dell’Incatenato. Ci si pone, quindi, il problema teologico della giustizia divina. Prometeo, per Eschilo è il salvatore dell’umanità, l’iniziatore del progresso.
Quest’ultimo concetto, il ruolo e l’importanza del progresso, è, tuttavia, legato al Sofismo, corrente di pensiero che si afferma nella seconda parte del V secolo a.C. e, quindi, più moderno rispetto all’epoca in cui visse Eschilo, facendo propendere per un’erronea attribuzione del Prometeo incatenato a questo drammaturgo. Prometeo, in quest’ottica, sarebbe l’interprete di questa nuova consapevolezza, dell’idea di progresso dell’umanità attraverso le tecniche e le arti che consentono il dominio sulla natura, rifiutando l’idea della mitica età dell’oro.

Si potrebbero trovare infinite “soluzioni” (o presunte tali…) alla Voyager, ma queste le lascio a voi, se volete. Piuttosto, ricordiamoci che anche su argomenti che a prima vista sembrano triti e ritriti potrebbe esserci ancora qualcosa da scoprire, con della seria ricerca…

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