venerdì 2 novembre 2012

Rientro nei ranghi?


A quasi otto anni spaccati dal sogno della rivoluzione arancione, le ultime elezioni legislative in Ucraina confermano il ripensamento che si è avuto su quest'esperienza, visto che il vincitore è lo stesso Yanukovich che nel 2004 si era visto soffiare la presidenza dopo essere stato accusato di brogli. In fondo Yanukovich era il pupillo di quel Kuchma che aveva governato la nazione dall'indipendenza fino ad allora grazie anche al sostegno di Mosca che nella rivolta temette di perdere l'Ucraina com'era accaduto con gli ex-fratelli baltici.
Oggi il copione si ripete tale e quale ad allora, con l'Ocse che denuncia una campagna e uno scrutinio palesemente a favore del governo, mentre l'opposizione versa in difficoltà anche a causa degli arresti eccellenti come la Tymoshenko che continua a marcire in carcere con scarse possibilità di essere raggiunta da qualsiasi osservatore esterno.
L'unica differenza con il passato è che irregolarità o meno sembra che agli ucraini non gliene importi più molto. Dopo il mezzo pantano in cui è incappata la coalizione arancione e con essa il paese, la gente ha preferito rinunciare a visioni troppo audaci (tra cui l'adesione all'Ue e alla Nato) per mantenere una cauta ambiguità e tenersi buono un vicino russo che ai tempi della sollevazione non aveva la forza e la stabilità di adesso. Le aspirazioni europeiste non sono certo morte del tutto, ma la natura di questo voto (in tutti i suoi aspetti) le svuota di contenuto e lascia Kiev in una posizione all'apparenza più tranquilla del tandem Yushchenko-Tymoschenko ma non per questo meno vulnerabile.

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