venerdì 7 dicembre 2012

Italia - La rivalsa di Berlusconi

Dopo aver ceduto la scena alla lunga campagna delle primarie del Pd, Berlusconi sembra essersi deciso a calare finalmente le sue carte. E vuole farlo con una mossa che scuote l'intero equilibrio politico e con esso anche il governo Monti.
Se l'astensione del Pdl al voto di ieri pomeriggio al Senato sul decreto Sviluppo e sul dl Regioni alla Camera non crea ancora le condizioni per una crisi di governo, la mossa non esclude uno strappo più profondo che i mercati non hanno tardato a presagire.

Poco dopo il voto di Palazzo Madama infatti lo spread è tornato a salire ai livelli di due settimane fa e l'incertezza non se ne andrà fino a quando il Pdl non avrà definito del tutto la sua linea. La quale vede come obbiettivo principale di Berlusconi ed Alfano l'accorpamento delle elezioni regionali con le politiche, il cosiddetto Election Day, che da una parte consentirebbe un indubbio risparmio in termini di costi pubblici, ma che costituisce anche una mossa per evitare che il voto lombardo e laziale si traducano (molto probabilmente stando agli ultimi sondaggi) nell'ennesima batosta elettorale com'è successo in Sicilia, riducendo ancor di più le chance del partito e di una rinnovata asse Lega-Pdl alle politiche di due mesi più tardi.
Il punto cruciale è come il centrodestra avrà intenzione di ottenere questo risultato. Le probabilità di riuscirci in modo ordinato, ossia chiedendo a Napolitano d'indire elezioni anticipate potrebbero essere molto scarse. In tal caso resterebbe la strada più energica, consumando la rottura definitiva con il governo e accelerando per forza di cose i tempi del voto, come le azioni di ieri hanno in qualche modo minacciato di fare.
Non tutti però sono d'accordo su questa strada. Il dissenso di alcuni deputati e senatori, tra cui un membro importante come l'ex Ministro degli Esteri, Franco Frattini, che hanno votato sì alla fiducia rivela un malessere profondo di chi non vuole compromettere la reputazione e la tenuta dell'Italia per dei meri calcoli elettorali. Perché la mossa del Pdl rischia effettivamente di spezzare un'equilibrio che nonostante mesi di governo tecnico e di rigore rimane molto fragile. Se il Pdl avesse voluto intraprendere una rivincita che potesse durare nel tempo avrebbe fatto meglio a continuare sulla strada delle primarie. Forzando la mano in questo modo potrà anche sperare di recuperare qualche punticino nelle sue roccaforti al costo però della salute di un'intero paese.

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