martedì 19 marzo 2013

Platoon: il primo documentario del Vietnam



Gli eroi non esistono. La guerra non riconosce ne ricchezza ne povertà, il soldato di fronte a se ha solo la sfida con se stesso e il vero nemico è dentro di se.
Questo è Platoon, la storia di una scelta, un percorso di crescita, di consapevolezza e disillusione, nelle tremenda guerra in Vietnam.
Il film di Oliver Stone non ci racconta di eroi o grandi gesta ma la desolante e umana natura all’interno di un contesto di sangue e morte.
Il giovane Chris Taylor (Charlie Sheen) lascia il college per arruolarsi non per orgoglio ma per dimostrare che anche i più ricchi sono capaci di combattere per il proprio Paese. Un ideale, una semplicistica spiegazione che da a se stesso ma che presto si rivelerà un vero e proprio incubo. Interessante rappresentazione di questo personaggio descritto come un antieroe, un ricco che sembra solo voler vincere la sfida con se stesso per sentirsi più uomo.
Il ragazzo infatti nel suo anno di servizio si guarderà non solo dai Vietcong ma dai suoi stessi compagni inferociti, letteralmente trasformati dal male della lotta. Sottile nella pellicola è il confine tra giustizia violenza, follia  e disperazione. La grande potenzialità della storia sta proprio nel non fornire esempi di alta moralità riuscendo a calarsi con verisimiglianza in quella che si pensa essere stata la realtà di una guerra mai dimenticata per gli Stati Uniti.


Una convivenza, quella coi suoi colleghi, fatta di eccessi, di amara violenza e della più totale mancanza dell’ideale. Oliver Stone riesce a caratterizzare i suoi soldati-mostri nel modo più crudo possibile, queste persone sembrano non sapere nemmeno il perché siano li guidati solamente dall’odio e dalla voglia di uccidere.
La pellicola racconta la sua disillusione nei confronti del Sogno Americano arrivando al suo apice di intensità nella scena in si consuma il massacro del sergente Elias, quella immortalata nella locandina, in cui questo soldato, l’unico che sembra avere ancora una coscienza, ferito, esce correndo dalla giungla e, inseguito da un nugolo di soldati nordvietnamiti, cade sotto i loro colpi.
L’idea del racconto con la voce del protagonista fuoricampo sullo stile del diario narrativo sembra azzeccata, una scelta che dal al film quasi un aspetto documentaristico. 
Oliver Stone regista sempre attento alle realtà più oscure della guerra del Vietnam, con la trilogia composta da Platoon, Nato il 4 luglio e Tra Cielo e Terra, ha ottenuto ben 4 Oscar: miglior film a Arnold Kopelson, migliore regia, miglior a montaggio Claire Simpson e infine miglior sonoro a John Wilkinson, Richard D. Rogers, Charles Grenzbach e Simon Kaye.

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