domenica 28 aprile 2013

Italia, Palazzo Chigi - Lo spettro sulla Repubblica

Inizia con cattivo auspicio la nascita del governo di Letta il giovane, per il quale al posto delle campane in festa ha tuonato la voce delle pistole. 
Che sorpresa dev’esser stata per i carabinieri a presidio davanti Palazzo Chigi, mentre i nuovi ministri giuravano al Colle, vedere quest’uomo distinto (Luigi Preitei) avvicinarsi e tirar fuori dalla giacca un’arma facendo fuoco su di loro con la freddezza di un bandito. 
Il morto grazie al cielo non ci è scappato, ma in tre sono i feriti mentre la gente e la fragile Italia sprofondano con questa sparatoria in terrori che si credevan da tempo sopiti.


C'è chi si affretta a parlare del gesto di un folle o un disadattato (come se fossero pochi in questa penisola infelice), sperando che questo basti a circoscrivere un odio purtroppo latente e spalleggiato da una parte di popolo divenuta quasi allergica di chi la governa. Troppi gli indugi e le delusioni verso una politica che dà loro impressione di perseverare nei suoi errori, che finge di cambiare con nuovi accordi che rimettono in gioco le stesse persone. Ancor più grave per altri l'aver rinunciato ad attirare i seguaci del Grillo, che se lasciati a se stessi possono far esplodere il sentimento di chi li ha votati e spingerli ad accelerare il rinnovamento con violenze come quella avvenuta oggi.
Potrebbe anche essere davvero come dice la Cancellieri un fulmine a ciel sereno e non l'inizio di una tempesta (anni di piombo) che tanto ha fatto male a questa Repubblica e che stavolta non sarebbe motivata dalla pura ideologia, ma dalla brutalità della fame che è anche peggio. Se tali fantasmi dovessero tornare davvero sulla scena per la politica giungerebbe il momento di una riflessione che non si ostini più ad essere di facciata, evitando allo stesso tempo di farsi tentare da irrigidimenti che potrebbero trasformare una protesta ancora nel pallore della scintilla in un conflitto molto più feroce.

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