mercoledì 10 aprile 2013

Russia - Mikhail Beketov, una vita distrutta per aver difeso una foresta


Se n’è andato un uomo (Mikhail Beketov) che per le sue parole non gli era stata data tregua. Dicono che un boccone lo ha soffocato sulla sedia a cui era costretto, privato di una gamba e di alcune dita che i suoi nemici avevan chiesto in pegno per il suo ficcanasare. Cinque anni fa non erano riusciti a zittirlo per sempre, ma la vita era comunque rovinata e la battaglia persa, lasciando un amarezza che né l’ammirazione né i premi ricevuti in seguito avrebbero potuto mitigare del tutto.

Voleva proteggere gli alberi Mikhail dall’appetito del duro cemento e dai signori che vogliono edificare a ogni costo. Ci aveva provato con i suoi libelli a smascherare le ingiustizie e la corruzione dei poliziotti che servivano i loro scopi schiacciando chi protestava per difendere la foresta Khimiki, dove sarebbe passata la strada da Mosca. Ma una volta che si accorsero di lui cominciarono a mandargli qualche monito, poi gli uccisero il cane e dopo gli bruciarono l’auto. Il peggio doveva ancora venire quando una notte due energumeni armati di spranghe e di crudeltà inaudita non lo aggredirono nell'ombra e lo massacrarono di botte fino a ridurlo ad uno straccio che a malapena respirava.
Al danno si era aggiunta anche la beffa con una denuncia per calunnia da parte di quel sindaco (Vladimir Strelchenko) che Mikhail aveva tante volte accusato di essere il maggior colpevole di questo scempio contro le foreste per aprire la sua autostrada. E il sindaco vinse la causa noncurante di trovarsi di fronte un uomo distrutto, anche se il gran signore Medvedev forse colpito dalla triste vicenda del povero Mikhail o forse imbarazzato dal clamore suscitato da così tanto infierire su un uomo malato era stato buono con lui e aveva reso la pena meno severa.
Poco dopo avrebbero dato anche un premio a Mikhail, come miglior giornalista, ma quanto doveva essere triste che nessuno aveva fatto granché per scovare chi era stato a ridurlo così. Le autorità promettevano, ma gli anni passavano e la strada andava avanti con quest’uomo che impotente testimoniava e ben poco poteva ormai fare per impedirlo. Riposa in pace, custode di Khimiki. 

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