mercoledì 22 maggio 2013

Svezia - La rivolta delle banlieue infiamma Stoccolma

Non si direbbe una scena da settimo Paese al mondo per indice di sviluppo umano. Da tre giorni le periferie di Stoccolma sono in preda al caos con decine di auto date alle fiamme, le vetrine dei negozi distrutte dal lancio di pietre e le forze dell'ordine prese d'assalto da ragazzi dalla rabbia incontenibile.
La violenza esprime un disagio che cade quasi come un fulmine a ciel sereno in una Svezia che ci eravamo abituati a pensare come uno degli ultimi paradisi rimasti nell'anziana e depressa (soprattutto economicamente) Europa. Com'è possibile?
Tutto è cominciato con un episodio avvenuto nel quartiere nord-occidentale di Husby, dove è nota l'alta concentrazione di stranieri grazie anche dal regime molto più tollerante in Svezia in materia d'immigrazione. Qui la polizia qualche giorno fa ha ucciso un anziano che li avrebbe aggrediti con un machete mentre stavano facendo irruzione nella sua casa. Non appena si è diffusa la notizia i giovani del posto sono esplosi in una furia inaspettata che ha trasformato le strade della capitale in un teatro di guerriglia non molto diverso da quanto successo a Parigi otto anni fa. 
Secondo l'organizzazione a difesa dei diritti degli immigrati Megafonen questo tipo di reazione sarebbe dovuta alla repressione da parte degli agenti di polizia verso di loro. In relazione all'omicidio dell'anziano ad esempio la polizia invece di accogliere le richieste delle comunità straniere di avviare un'indagine indipendente avrebbe preferito farlo per vie interne. E proprio questa decisione sarebbe sata la miccia dei disordini che hanno acceso non soltanto la capitale svedese, ma anche un dibattito che nel Paese in questione non è proprio argomento da tutti i giorni: la crescente disoccupazione giovanile ed eventuali misure contro l'immigrazione.
Il clamore suscitato da questo problema sta diventando terreno fertile per i populisti del Sverigedemokraterna (Democratici Svedesi), che denunciano l'incapacità del governo moderato di Reinfeldt di tenere sotto controllo una fascia di popolazione sempre più impoverita e fuori controllo. Dopo l'omicidio del regista Theo van Gogh in Olanda e la strage di Breivik in Norvegia, anche la Svezia vede il proprio modello costruito secondo i principi di tolleranza ed apertura rimesso in discussione dalla tragicità degli eventi  e soprattutto dalle paure (si spera non troppo irrazionali) che da essi potrebbero derivare.

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